"E' una carta parlante": così viene definito, in modo caratteristico ed originale, il pilota dalla gente di mare. In verità, al di fuori ed al di sopra dell'espressione citata, il pilota possiede, oltre la particolare attitudine tecnica e conoscenza topografica, uno specifico requisito, cioè la capacità organizzativa che, come si vedrà in seguito, e fondamentale in rapporto all'evoluzione compiuta dal servizio di pilotaggio nei grandi porti moderni. Se le scoperte han posto fine ai rischi inerenti all'antica ed imperfetta arte nautica, la navigazione moderna nei porti cela in se difficoltà più temute, per l'incremento dei traffici, la necessità di un rapido svolgersi degli stessi, la dilatazione dimensionale e l'enorme valore delle navi.
Da tutto ciò appare chiaramente la indispensabilità dell'intervento del pilota e della sua organizzazione in quanto, anche il comandante più edotto nella topografia di un porto e nella conoscenza dei suoi fondali e delle altre specifiche difficoltà di transito, non sarebbe in grado di raggiungere l'approdo, senza correre il rischio di subire o creare incidenti o, comunque, con la dovuta rapidità.
E' da osservarsi che, nell'attuale sorprendente evoluzione dell'attività portuale, il traffico cresce sempre più giorno per giorno, mentre il ridimensionamento e l'attrezzatura delle strutture portuali procede con lentezza; c'è quindi una evidente sproporzione fra navi e porti, oppure quando Ia capienza e relativamente estesa, il moderno gigantismo, il dinamismo portuale e Ia pericolosità dei carichi rendono gli spazi di manovra o sosta ugualmente difficoltosi.
In tale contesto, nelle quali si trovano i più trafficati porti italiani, ogni movimento nel quadro dinamico della complessa attività che si svolge nelle acque portuali, deve essere preordinato, scrupolosamente controllato e responsabilmente seguito.
A ciò vi adempie il pilota con Ia sua particolare preparazione, con Ia sua padronanza della corografia dei luoghi e dei relativi elementi meteo-marini e che, avendo la esatta cognizione dei movimenti in atto in qualsiasi istante e conoscendo le aree e gli accosti non occupati, dà speditamente corso alle operazioni di cui è stato incaricato. Egli è pertanto, il più valido elemento di fluidificazione per l'esecuzione delle manovre portuali che concorrono alla sicurezza delle medesime.
E' pertanto pienamente giustificata l'obbligatorietà del servizio di pilotaggio nei porti nazionali poichè, con tale obbligatorietà, non si favoriscono i corpi dei piloti creando un costo per prestazioni superflue rna, si contribuisce a snellire e rendere sicuri i movimenti delle navi nelle acque portuali; nell'interesse generale e dell'ambiente con il vantaggio, per armatori ed utenti e per la competitività del porto stesso [...],
Bisogna riconoscere che occorre avere e far ricorso ad una specifica preparazione ed a un largo corredo di esperienze per "animare, muovere e dominare" tale varieta di navi con tutta la loro mole ed il loro peso.
Solo in virtù di detto bagaglio di esperienze tutto diventa possibile per questo "psicologo delle navi" per questo "professionista del porto": il vento, le correnti, il pescaggio, il tipo di motrice, la dimensione, il carico della nave, ecc. sono le carte di una partita quotidiana che non ha mai sosta, perche le navi, grazie al pilota, si muovono, entrano ed escono dai porti di giorno come di notte...
(Tratto da Almanacco Marittimo Italiano - CLC Ignazio Giannosi)